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Tuttu passa, tuttu finisci,

 

COMISO E COMISANI

l'amuri 'i Ddiu nun finisci mai

LE DUE CHIESE

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COMISO E COMISANI





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LE DUE CHIESE

Anche se a Comiso ci sono parecchie chiese, il pensiero di ogni comisano che legge il titolo di questa pagina corre subito alla Chiesa Madre (Chiesa di Santa Maria delle Stelle) ed alla Chiesa della SS. Annunziata.

Tutti i Comisani sanno dell'antica contrapposizione tra Matricrisiari (Cillicatori) e Nunziatari (Liuni); però non tutti ne conoscono le cause ed il tempo in cui essa ebbe inizio.

Poichè tale contrapposizione è stata, per diversi secoli, un fattore importante della storia di Comiso, riteniamo opportuno riportare quanto scrisse al riguardo un illustre comisano, il prof. on. Biagio Pace .







Da VALORI DI VITA PROVINCIALE di Biagio Pace

Alla borghesia e alla piccola nobiltà, la cui affermazione non poteva erompere in chiare forme politiche, il campo per un'affermazione esteriore, atta a misurare nei confronti col feudatario le sue forze economiche e il suo numero, era offerto dalla Chiesa; anzi da una Chiesa, in quanto edificio, sede di congregazioni, ornamenti d'arte, sfarzo di processione e potenza e numero di spari nella festività.

Ed ecco, perciò, l'adunarsi delle nuove forze sociali intorno a una chiesa che non sia quella del feudo.

A Comiso questo fenomeno si polarizza sull'antica chiesa di San Nicola; essa ben presto si arricchisce di numerosi altari, cappellanie frequenti e ricche, lasciti diversi, congregazioni (potentissima quella del Rosario).

Viene ricostruita ed ampliata una prima volta sul cadere del '500, senza cancellare ogni traccia della sua antica struttura romanica; passa in seconda linea il titolare (S. Nicola) e vi si sostituisce l'Annunziata.

Danneggiata dal terremoto del 1693, è rasa al suolo e rifabbricata più vasta e con autentico magistero d'architettura - creazione di G. B. Cascione Vaccarini - e con pregio di esecuzione artigiana, a metà del '700.

La festività esce timidamente dalle sue navate, dal giro del "Cimiterio", si dilunga pei dintorni, si arricchisce di teatralità.
Con tenace opera di avanzata graduale e progressiva
questa chiesa della conquista comunale acquista ora un diritto, ora ne usurpa un altro, che in seguito consolida, mentre un terzo ne pretende.
Ottiene beneficiali e quindi canonici, con
eccezionali attributi di collegiata vescovile, la quale è la prima per antichità della allora vastissima diocesi siracusana.

In una parola, con opera assidua, con mentalità prossessista e con metodo rivoluzionario, ora gareggia, ora supera, ora tenta di soverchiare, fronteggia sempre l'antica Chiesa Madre, la chiesa del feudatario. Questi interviene nella difesa del primato matriciale.

Anche essa (la Chiesa Madre) si accresce negli edifici, nello splendore del culto, nelle dignità, nelle opere d'arte; tenta di non farsi sopraffare, a volte cerca di superare essa stessa.

Onde fiere lotte tra Matriciari e Nunziatari, fra i quali le fazioni estreme, più accese e fanatiche, vengono definite da una parte LEONI (la liunera è la sede della Congregazione del Rosario alla Nunziata) e dall'altra CILLICATORI ( trasportatori di cillii, ceri in processione), gente che resta attaccata alla fedeltà feudale e abita, in gran parte, nei vecchi quartieri intorno al Castello.

Nel paesaggio originario della terra feudale troneggiavano le strutture della residenza del Conte; col comune, che è venuto sorgendo, il Castello è superato dalle moli delle chiese del popolo, dei suoi conventi, dei suoi istituti.
Nè mancano palazzi privati che vogliono gareggiare con il Castello.

Al cadere della feudalità l'Annunziata ha laboriosamente conquistato parità di diritti parrocchiali.

Non ricorderò come la competizione sopravvivesse, degenerata da fattori di utilizzazione politica, per molti decenni; fatto al quale dava facile adito la natura stessa, squisitamente politica, del contrasto originario.




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