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COMISO E COMISANI

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I COMISANI
E GLI ALTRI

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I COMISANI E GLI ALTRI

In questa sezione è presentato ciò che pensiano e diciamo di noi, sia come Comisani sia come appartenenti ai vari quartieri del paese.
Inoltre si può leggere sia quello che un tempo si diceva degli abitanti dei paesi vicini sia quello che costoro dicevano e dicono di noi.
Per tutto ciò si fa ricorso soprattutto a quanto riporta in "Vicende storiche di Comiso" il can. Flaccavento, il quale, a commento, scrisse:


"Più che di bande, pali e insegne all'uso di quello della nobiltà, il blasone popolare di Comiso, al pari di quello di tant'altre città, è più umilmente materiato di parole, arguzie, frizzi e motti per esaltare o sferzare le cose di casa sua, e cuculiare e pungere i costumi, i vizi, gli intercalari dei paesi circonvicini".

In questa pagina, inoltre, si riportano due considerazioni fatte sull'argomento dal prof. on. Biagio Pace.




  ...tipico fugghiamaro comisano, che il Bongiovanni immortalava in una statuetta, con due jadduzzi in una mano e un fascio di verdura sotto il braccio.
Quel
fugghiamaro che con qualche lira di capitale non v'è luogo dei dintorni nel quale non si ritrovi affaccendato, e del quale perciò - emulo del figurinaio di Lucca - si narra con compiacenza che abbia preceduto Colombo in America o, secondo la variante moderna, si sia presentato ai primi esploratori del Polo, per informarli che in quel paese non c'era proprio nulla da fare!
Vero tipo del comisano che non perisce mai, come canta orgogliosamente egli stesso....
(Biagio Pace)





Diciamo di Comiso e dei Comisani

(Quando parliamo del nostro paese e di noi non nascondiamo il nostro orgoglio di essere Comisani; però senza esagerare troppo)

Ppi acqua e gintilia

o Comisu 'n si pinìa.

'U Cumisanu
va luntanu;
furrìa 'u munnu,
cala a funnu
e torna sanu.





Diciamo degli
abitanti dei quartieri


(Le cose cambiano - come avviene dappertutto - quando gli abitanti di un quartiere parlano degli abitanti degli altri quartieri)

Razziari: vuccazzari

Salacitari: zzivìttuli

Vancatiddari: puvirieddi e virtulari.




Tra matricrisiari e nunziatari

(Nella loro storica rivalità, matricrisiari e nunziatari non si limitano a irridere
i fedeli dell'altra chiesa, ma arrivano a dare epiteti persino alla Madonna,
che, guarda caso, è venerata in entrambe le chiese, sia pure con nomi diversi)

Matricrisiari: trunzari

Nunziatari: piritari e vuddi pìxxta

'Ddulurata: scularanci

Nunziata: puviridduna, spicalora e
curtiggiara





Dicevamo di noi e degli altri

(Un certo equilibrio e una certa dose di autoironia
i nostri padri mostravano quando parlavano
contemporaneamente di sé e degli altri)

Senza palora i terraunisi (gilisi)
Stanca jurici 'i vitturisi
Neja patti 'i cumisani
Futtxxx arririennu 'i rausani.




  Dicevamo degli altri

Cattaggirunisi: facci stagnati

Muntirussani: testi ruri.

Muricani: scorcia cani,
ca di li curi
ni fanu cuddani.

Rausani: santi e latri

Santacruciari: riddusi (manciaturi ri ficurigna)

Vitturisi: citrola

Nutisciani: tignusi e liticusi




Gli altri dicono di noi


In quasi tutti i paesi vicini si dice di noi la stessa cosa:

Cumisari lolli

Ma, parecchi decenni fa, si diceva anche:

Cumisari trunzari



...Quando la polemica plebea gratificava i comisani del titolo di "tronzari", che sarebbe a dire coltivatori di cavoli, creava inconsapevolmente un attributo di nobiltà; in quanto li dichiarava avviati alle raffinatezze delle culture ortalizie, in una società di agricoltori rudimantali e di pecorai. (Biagio Pace)


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